“12 uomini arrabbiati” di Sidney Lumet. Perché guardarlo

Un’unica stanza, dodici uomini e una scelta che può cambiare la vita ad un ragazzo: “12 uomini arrabbiati” (o “La parola ai giurati” adattamento italiano) è la dimostrazione che non servono budget esorbitanti o effetti speciali di ultima generazione per entrare nella storia e fare buon cinema, ma solo grande capacità di regia, sceneggiatura e talento nella recitazione. Con la Regia di Sidney Lumet e la sceneggiatura di Reginald Rose tratta dall’omonimo libro “Twelve angry men”, la pellicola è entrata nell’Olimpo dei cult movies. La trama è incentrata su un dialogo tra 12 giurati intenti a giustiziare un ragazzo accusato di parricidio, ma solo uno, Henry Fonda, ha il coraggio di dire la sua e opporsi agli altri 11 uomini fermamente convinti della colpevolezza dell’imputato. La Regia di Lumet è essenziale ma efficace, con primi piani, restringimento di campo e cambi di prospettiva che aumentano la suspense e la curiosità. Ogni attore interpreta un giurato che rappresenta un aspetto della società, irreversibile è lo scontro con le varie personalità durante tutta la durata del film, ma lo sviluppo della trama dimostra come il confronto e il dialogo possano migliorare e talvolta salvare la sorte della società pur partendo da un solo e unico uomo con dei saldi principi, dimostrando come un singolo individuo possa fare veramente la differenza in determinate circostanze. 12 uomini arrabbiati non è solo un film, ma una vera e propria lezione di etica e di pensiero critico che, a distanza di decenni e cambiamenti sociali, si appresta a essere più attuale che mai.

 

Andrea Longo

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