Le origini delle insegne municipali di Troina si possono far risalire presumibilmente a partire dal XIII secolo; sappiamo, infatti, che dal 1233 la città occupa un posto nel parlamento siciliano, diviene la decima città demaniale dell’isola e possiede un “regio castello” presieduto da un Capitano e difeso da milizie cittadine. Successivamente, nel 1398, con Martino I, Troina riacquista nuovamente i privilegi di città demaniale, appellata nei diplomi “Civitas Vetustissima” a riprova delle antichissime origini.
In generale ogni città, non appena consegue una certa autonomia, come pure un assetto politico-amministrativo, assume o adotta lo stemma. Il Genuardi, nella sua pubblicazione del 1921 dal titolo “Il Comune nel Medio Evo in Sicilia”, riporta che i sigilli dei comuni, nei quali era impresso lo stemma, venivano conservati negli archivi degli stessi. Essi cominciarono ad essere adoperati a partire dall’epoca sveva e poi angioina, con licenza del re, anche se venendo meno alle prerogative regie, le stesse città potevano essere considerate ribelli.
Tale consuetudine inizia a generalizzarsi nelle città demaniali, adottando queste dei veri e propri scudi araldici. Al tempo degli aragonesi è già diffuso e riconosciuto il diritto alle città di servirsi di un proprio sigillo; anzi, la regia corte, al fine di comprendere l’autenticità delle lettere, pretende la conoscenza di tali sigilli; ed è dal XV secolo che le città cominciano a possedere uno stemma inciso anche nel sigillo. Nasce così l’araldica delle città autonome, denominata pure “araldica civica”, in cui oltre al sigillo viene abbinato lo stemma.
Non è chiaro se per la città di Troina le insegne vennero assunte direttamente dalla comunità o conferite dal sovrano; probabilmente tutte e due i casi. Sta di fatto che per Troina una delle simbologie più antiche è rappresentata da una rocca con tre torri merlate, un “castrum” con dinanzi alla porta un leone che nei secoli diviene rampante.
Ma andiamo per ordine cronologico, sia nella datazione delle varie insegne ancora presenti e riscontrabili in alcuni documenti e monumenti, sia nella loro descrizione.
Il Fazello, nelle sue “Deche” date alle stampe nel 1628, riporta che «Già sett’antanni sono, fu ritrovato à caso in su le rive del fiume di Francavilla un sigillo di bronzo, il qual era usato dalla Comunità di questa città [di Troina] dentro al quale era intagliata una Rocca con tre torri, et un leone alla porta, et intorno erano scritte queste parole d’intaglio ANTICA CITTA DI TROINA, il qual sigillo è conservato dà Troinesi nel loro Archivio».
In effetti il Bonanno, anni dopo, precisamente nel 1789, nelle sue “Memorie storiche della Città di Troina”, riporta che «tale sugello si conservasse a suoi tempi nello Archivio di Troina stessa», con il motto scritto in lettere gotiche; in più, nell’archivio dei notai era presente un inventario del XVI secolo dove si faceva memoria di «due sigilli grandi di Brunso cum l’armi di la chitati».
Ancor prima, nel 1760, l’Amico riporta che «Lo stemma si compone di un castello con tre torri e dinanzi la porta un leone».
Il marchese di Villabianca, nelle “Città demaniali della Sicilia”, affermava che per Troina «Il suo titolo è di Vetustissima e da tre torri viene armato il suo marchio publico inalzato sopra una rocca alla di cui porta sta un leone rampante espressato, venendo il tutto in fondo rosso».
Il Palizzolo-Gravina, nel volume sulla nobiltà siciliana, pubblicato negli anni 1871-1875, alla voce riferita alla città di “Traina” descrive lo stemma «D’azzurro, con un castello torricellato di tre pezze d’oro, ed un leone del medesimo posto nell’apertura del castello».
Pertanto, fino alla seconda metà del XIX secolo lo stemma municipale di Troina, Traina, Trajna o Trayna così come appellata la città fino ad allora, presenta, oltre al castello dotato di tre torri merlate, inequivocabilmente un leone rampante, quest’ultimo a ricordo del periodo normanno.
Il Foti-Giuliano nelle “Memorie Paesane” pubblicate nel 1901, descrive e rappresenta un nuovo stemma municipale, costituito oltre che dalle tre torri da un cane che sostituisce il leone.
Non è chiaro, pertanto, quando il leone lascia il posto al cane in maniera definitiva, in alcuni stemmi raffigurato seduto latrante, mentre in altri passante; sicuramente dopo l’Unità d’Italia.
La descrizione riportata su “Chiese e Conventi”, fatta dal concittadino Squillaci nel 1972, rimane simile alle precedenti: «Il suo stemma è costituito da un castello con tre torri d’oro, con un cane (o leone?) sulla porta, raffigurante i tre torrioni di cui l’antico castello era munito alle due estremità ed al centro. Il tutto in campo azzurro».
Dalla simbologia araldica, sappiamo che il “leone” occupa il primo rango fra i quadrupedi, simboleggiando la forza, il coraggio e la magnanimità, mentre il “cane” simboleggia la vigilanza, l’amore e la fedeltà.
In tempi recenti, pertanto, sostituendo nello stemma il “leone rampante” con il “cane passante”, la comunità troinese ha voluto ricordare la conquista del Castello, avvenuta da parte dei normanni nel 1061.
Infatti, era solito che i saraceni presenti dentro le mura dell’imponente castello si approvvigionassero periodicamente di vettovaglie e farina, attraverso un mugnaio che abitualmente vi si recava in compagnia di un cane il cui abbaiare rappresentava il segnale per farsi riconoscere; una sorta di lascia-passare convenuto tra il mugnaio e le guardie del castello. Il conte Ruggero d’Altavilla, avendo meditato che tale forma di segnale poteva diventare utile per poter accedere dentro la fortificazione, in maniera semplice e senza lunghi assedi e spargimenti di sangue, riuscì ad accordarsi con il mugnaio; e così, la notte di Natale del 1061, lo stesso mugnaio venne seguito dai cavalieri normanni fino alla “Porta di Baglio”. Appena giunto davanti al portone, il mugnaio fece, come da consuetudine, abbaiare il cane e subito gli ignari saraceni aprirono le porte che permisero così la repentina irruzione dei normanni dentro il castello, espugnandolo in poco tempo.
Ufficialmente lo stemma municipale viene oggi descritto come segue: «Sul campo azzurro dello scudo, campeggia un castello smaltato di rosso dotato di tre torri merlate alla guelfa, di cui la mediana più alta, poggianti su tre gradoni, su cui è un cane passante d’argento». Una corona, un ramoscello di alloro ed uno di quercia incorniciano lo scudo.
Analizzando lo stemma della città di Troina, del quale sono presenti diversi esempi nell’ambito del centro storico, è possibile notare quanto segue: in un capolettera presente in un foglio del “Liber Rubeus civitatis Trahine” (1398-1566), conservato presso l’archivio storico comunale, è disegnata una delle insegne più antiche della città, risalente al XV secolo.
Nell’insegna scolpita sul piedistallo posto alla base della statua della Madonna della Catena, datata sul finire ‘400 ed attribuita ad uno dei Gagini, è presente un castello con tre torri merlate delle quali la centrale più elevata delle altre due laterali.
Nello stemma lapideo posto, fino a qualche anno fa, sopra l’ingresso principale dell’ex convento del Carmine, è presente un leone rampante che sorregge un castello; mentre nei due stemmi scolpiti nella pietra locale, applicati nel prospetto principale della “torre capitania”, risultano evidenti un castello con tre torri di cui la mediana più alta; in questi ultimi due stemmi il leone alla porta si presenta poco visibile per l’erosione della pietra.
Anche nello scudo pubblicato dal Palizzolo-Gravina è presente un castello “torricellato”, questa volta con tre torri di uguale altezza, ed un leone rampante alla porta del castello.
In periodi più recenti, è possibile riscontrare uno stemma municipale, intagliato nel legno, applicato alla porta dell’ingresso principale della chiesa di san Silvestro, senza però la presenza di un leone o di un cane, mentre nell’arazzo appeso alla parete di una delle stanze municipali, si riscontra un castello con tre torri con applicato, sembra a posteriori, un cane passante.
In una delle diverse stampe risalente alla seconda metà dell’Ottocento, nelle quali è raffigurata l’immagine di san Silvestro, sono presenti tre torri e, addirittura, cinque porte dove, in quella più grande, è presente ancora un leone rampante.
Nel 1901, a cura del Foti-Giuliano, compare un castello con tre torri in cui, quella centrale più alta, presenta un’aquila (normanna o aragonese), sormontata da una stella; il cane, invece, è rappresentato rampante. Stessa figura è possibile osservare nei timbri utilizzati in quel periodo di inizio secolo dal Municipio di Troina.
Uno scudo con all’interno un castello con tre torri ed un cane passante davanti la porta, è raffigurato nella pubblicazione del Paternò-Castello risalente al 1908.
Infine, un pregevole stucco del periodo Liberty, è presente alla base della volta di una delle stanze municipali, nel quale è stato raffigurato un castello con alla porta un cane latrante.
Per finire occorre ricordare che lo scudo civico riunisce ed esprime quei connotati che identificano la comunità con la storia del suo passato e, pertanto, lo stemma cittadino rappresenta la città antica che si proietta nel futuro.
Nicola Schillaci