Giovani e dipendenze. Un problema sempre più diffuso anche a Troina. Per la prima volta due associazioni di volontariato, l’Avis Comunale e l’Associazione Amici di San Patrignano, hanno fatto squadra, lavorando insieme a un progetto comune: “Vite che donano”, un momento di riflessione sulle tossicodipendenze.
Durante l’evento, che si è svolto lo scorso 26 novembre al Cineteatro Camilleri, l’Avis comunale ha assegnato due borse di studio del valore di 500 euro a due studenti troinesi, i fratelli Francesco e Giuseppe Amata, due giovani donatori di sangue.
“Il problema delle tossico dipendenze ci riguarda da vicino e anche nel nostro paese sta dilagando a vista d’occhio. Vogliamo sensibilizzare e invogliare i giovani alla donazione del sangue – spiega il presidente dell’Avis Dario Bottitta – Donazione e dipendenze sembrano due argomenti apparentemente opposti, ma in realtà c’è un forte legame. L’Avis può considerarsi per la comunità un baluardo della salute. Come sappiamo per essere donatori non bisogna fare uso di alcol e altre sostanze. È un invito dunque a non distruggere la propria vita assumendo droghe ma piuttosto a donarla agli altri”.
Dall’osservatorio di San Patrignano arrivano dati allarmanti. È sempre più bassa l’età in cui si inizia a fare uso di droghe.
Già a 12 anni si riscontrano ragazzi che hanno fatto uso di cocaina. Non c’è distinzione di sesso né di ragione sociale. La droga è democratica e trasversale. Ne fa uso il ragazzino delle medie così come la ragazza delle superiori, qualunque sia la situazione economica più o meno agiata. Perché i soldi per reperire le dosi, in qualche modo (a volte illegale), si trovano.
Se poi la droga è a basso costo, come quelle di ultima generazione, è ancora più semplice. Si tratta di sostanze psico attive, prodotte in laboratori sconosciuti, costruite sulle debolezze degli adolescenti e dagli effetti sempre più gravi, dai disturbi psicologici e fisici alle crisi allergiche. Bastano 10 euro per giocarsi la vita. Le nuove droghe portano gravi disturbi psichiatrici. In Italia, infatti, ogni anno oltre 40.000 persone finiscono nei pronto soccorso psichiatrici per uso di droga. Si parla tanto di Fentanyl, la chiamano la “droga degli zombie”, perché trasforma chi ne assume in un morto che cammina. Il Fentanyl, inizialmente nato come farmaco usato nella terapia del dolore, adesso è diventata una sostanza usata in modo illegale che in America uccide ogni anno 100.000 persone. In Italia viene usata come sostanza di taglio per produrre altre sostanze. Ma la cosa grave è che si tratta di una droga sintetica, il cui effetto è quello di annullare la persona che ne fa uso.
L’altro dato che fa riflettere è l’aumento di casi di autolesionismo, una realtà che pensiamo non ci riguardi da vicino ma che è presente anche nella nostra comunità troinese. Al dibattito di confronto sul tema delle dipendenze sono intervenuti: il presidente dell’Avis comunale di Troina Dario Bottitta, il sindaco Alfio Giachino, l’assessore alle politiche sociali Silvana Romano, la professoressa Concetta Furia, Eliana Chiavetta, responsabile al contrasto e alla prevenzione delle tossico dipendenze dell’Associazione Amici di San Patrignano e la giornalista Angela Iantosca, che ha fornito delle utilissime informazioni sulle tipologie di droghe attuali e possibili azioni di prevenzione.
Toccante la testimonianza di Diego, un ex tossico dipendente che grazie alla comunità San Patrignano è tornato a vivere. La storia di Diego è la storia di tutti. Potrebbe essere nostro figlio o il ragazzino della porta accanto a vivere in questo preciso momento gli stessi tormenti che hanno portato Diego all’uso di droghe. All’origine di tutto la mancanza di amore, il non sentirsi compreso dai genitori, l’essere bullizzato a scuola, il sentirsi diverso e rifiutato dalla societá. “La tossico dipendenza esiste ed è sempre più in crescita a Troina – afferma l’assessore alle politiche sociali Silvana Romano – riceviamo ogni giorno diverse segnalazioni. Purtroppo non se ne parla abbastanza. Siamo lieti di avere l’Avis nella nostra comunità, a testimonianza che all’atto egoistico di fare uso di sostanze tossicodipendenti si contrappone l’atto d’amore di donare”.
Quando si parla di tossicodipendenze spesso si punta il dito contro i giovani ma a prendere maggiore coscienza, a non stigmatizzare, a non voltarsi dall’altra parte dovrebbero essere soprattutto gli adulti. Né è convinta la responsabile al contrasto e alla prevenzione dell’associazione Amici di San Patrignano, Eliana Chiavetta che conclude: “si è persa la dimensione della socialità. Non ci si interessa all’altro. Serve urgentemente un cambiamento sociale, una presa di coscienza da parte dei genitori. La tossicodipendenza è un problema che riguarda i giovani ma soprattutto gli adulti. I genitori imparino a dire No, a imporre delle regole ad interessarsi di più della vita dei propri figli. Viviamo in una società massificata, dove manca l’educazione alla diversità. È necessario intervenire facendo squadra con le altre realtà presenti sul territorio”.
Silvana Trovato Picardi