La giornata del 30 Novembre 2024 passerà alla storia come la prima di un’occupazione fondamentale per la sopravvivenza dei cittadini della provincia di Enna. La popolazione ha prontamente risposto all’appello lanciato dal sindaco Alfio Giachino alla riunione di venerdì sera e gli intervenuti al potabilizzatore in contrada Calamaro sono stati centinaia. La moltitudine di cittadini che ha espresso a gran voce il proprio sdegno era composta da individui di tutte le età, uniti da un problema da cui ormai non si può più volgere lo sguardo e che getta nella disperazione più di ventimila persone. La serie di significativi eventi che si sono susseguiti nella mattinata ha avuto inizio con la decisione di far scendere i manifestanti sino al contatore atto ad attivare le chiuse del ramo basso dell’Ancipa. Tutto ciò si è verificato in totale sicurezza anche per il pronto e collaborativo intervento delle forze di Polizia e dell’Arma dei Carabinieri. Era stato concesso, prima di scendere fin lì, un ultimatum alle autorità di SiciliAcque e della Cabina di Regia: presentarsi alla manifestazione per ordinare agli impiegati della società di staccare il contatore o lo avrebbero fatto gli stessi manifestanti. Dopo circa mezz’ora di concitata attesa, durante la quale i sindaci dei cinque comuni ancipadipendenti hanno discusso sul da farsi con il deputato regionale Fabio Venezia, si è deciso di fare un ultimo tentativo alla mediazione; i tentativi di mettersi in contatto con il dirigente della Protezione Civile Regionale Salvatore Cocina sono stati parecchi ma nessuno è andato a buon fine, dimostrando ancora una volta sovrana indifferenza da parte dell’autorità che tecnicamente dovrebbe fare tutto l’umanamente possibile per risolvere questa tremenda crisi idrica.
Sono le 12.44 quando il contatore viene staccato, accompagnato da un grido di giubilo dei manifestanti dal sapore agrodolce. Va infatti ricordato che quella che si sta combattendo è una “guerra fra poveri” e anche i cittadini dei comuni di San Cataldo e Caltanissetta pagano la scellerata gestione della risorsa idrica.
Non si sa per quanto tempo i manifestanti resteranno a presidiare il contatore da loro stessi staccato. Durante la nottata sono ancora stati tanti i cittadini aderenti all’occupazione e che in questo momento fungono da garanti dei patti che assicuravano la conservazione dell’acqua per i comuni ancipadipendenti, bypassati dalle autorità regionali neanche ventiquattr’ore dopo.
Ciò che si attende adesso è una presa di responsabilità da parte di tali autorità, chiamate a presenziare e a mediare proprio dinanzi al potabilizzatore, per far sì che vedano coi propri occhi ciò che la popolazione è disposta a fare per far rispettare i propri diritti.
Francesco Lanuzza