“Coppia aperta quasi spalancata” di Federica Di Giacomo

Conoscere come nasce l’idea del film “Coppia aperta quasi spalancata” del 2024, che trae ispirazione dall’omonimo spettacolo teatrale di Franca Rame e Dario Fo del 1983, aiuta molto a comprenderlo. Questo vale in modo particolare per quei film dove finzione e realtà si intrecciano. A spiegare la genesi del film, che in molte scene è un documentario, sono la regista Federica Di Giacomo e l’attrice Chiara Francini, protagonista del film. Il film nasce dall’esigenza di capire come è cambiata la famiglia negli ultimi 40 anni, partendo dallo spettacolo teatrale di Franca Rame e Dario del 1983 sulla questione delle parità di genere all’interno della coppia. Nel testo teatrale si racconta di una coppia sposata da tempo che manifesta tutti i segni di una certa stanchezza. Il marito, che è un convinto sostenitore dell’amore libero, propone alla moglie di aprirsi a nuove frequentazioni ed intreccia relazioni con altre donne. Ma quando la moglie decide di rifarsi, il marito si ingelosisce perché è convinto che solo l’uomo possa aprire la coppia. Da allora molte cose sono cambiate. Oggi si parla di poliamore fondato sulla mancanza di gelosia e di non monogamie etiche, dove i partner con figli sono più di due che vivono insieme alla luce del sole e senza avere problemi, di cui si è occupato il gruppo di ricerca di cui fa parre la regista Di Giacomo, che è anche un’antropologa. Nel film si parla anche di questo. Ed è la ragione per la quale il film, che è un film corale a più voci, si articola in due piani. Il primo piano è quello della rappresentazione teatrale, delle prove, dei momenti di confronto con il pubblico, con i giovani e le femministe dove l’attrice Francini mette in scena sé stessa. Il secondo piano è quello della famiglia, con la madre che rimprovera l’attrice, perché non va trovarla, del fidanzato svedese con cui l’attrice sta da molti anni e delle famiglie non monogamiche etiche, che già ci sono.

 

Silvano Privitera

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