Il contributo di Troina alla Resistenza e alla lotta di liberazione nazionale dal nazifascismo

Furono 25 i partigiani troinesi che parteciparono alla guerra di liberazione nazionale dal nazifascismo 1943-1945: Giuseppe Alberti, Angelo Arona, Giuseppe Calabrese, Silvestro Calabrese, Giovanni Cascino, Francesco Catania, Vittorio Chiavetta, Salvatore Floresta, Salvatore Liardo, Mario Giambello, Rosario Graziano, Nino Maccarrone, Natale Alfio Marchese, Salvatore Pellizzeri, Silvestro Palmigiano, Silvestro Polizzi, Angelo Santoro, Antonino Sotera, Salvatore Testa, Antonio Tiparo, Silvestro Tiparo, Giuseppe Trovato, Antonino Vitale, Silvestro Zitelli e Francesco Zuccarelli.

 

È questo il risultato provvisorio di una ricerca condotta sui documenti conservati nello Schedario della Commissioni per il riconoscimento degli uomini e delle donne della Resistenza – Ministero della Cultura, nell’archivio dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” e nell’archivio storico comunale di Troina. Dal libro di Renzo Pinuts “La memoria ritrovata. Storie di partigiani ennesi 1943-1945”, altre informazioni sui partigiani troinesi, cui si aggiungono anche le indicazioni di Basilio Arona, che da qualche anno si sta occupando di quest’argomento. Di alcuni dei 25 partigiani troinesi finora accertati diverse informazioni provengono anche da altre fonti non ufficiali ma attendibili. È molto probabile che furono più di 25 i troinesi che parteciparono alla Resistenza. Lo si potrà sapere con certezza se la ricerca si estenderà agli istituti di storia della Resistenza di altre regioni del nord. Quattro di loro non ne uscirono vivi dalla guerra di liberazione: Angelo Arona, Giuseppe Calabrese, Natale Marchese Alfio e Salvatore Pellizzeri.

 

Il primo fu catturato e torturato mortalmente il 30 settembre 1944 a Ravenna dai nazifascisti. Il corpo di Arona fu abbandonato dai suoi aguzzini sul ponte del fiume Lamone. Giuseppe Calabrese della 3^ Brigata Garibaldi Liguria fu catturato il 10 febbraio 1944 dai nazifascisti e deportato in Germania, a Mauthausen, dove il 16 aprile 1944 morì.

 

Anche Marchese, partigiano della Divisione Garibaldi Natisone, fu deportato a Mauthausen, dove morì l’1 marzo 1945. Marchese non era più giovane, quando fu catturato dalla Wehrmacht aveva 51 anni. Era nato a Troina il 18 novembre 1893. Aveva partecipato alla Prima Guerra mondiale con il grado di capitano. A guerra finita, nel novembre del 1918, ritornò a Troina e il 31 gennaio 1925 si sposò con Elena Rosina L’Episcopo.Marchese era un socialista inviso ai fascisti locali che gli rendevano la vita difficile. Da Troina fu costretto ad andare via con Rosina e con il diploma di maturità classica fu assunto dal comune di Ronchi dei Legionari, nel Friuli Venezia Giulia, dove gli venne affidato l’incarico di dirigere l’ufficio anagrafe. Natale entrò in contatto con i partigiani della Divisione Garibaldi “Natisone”, che operava in Friuli al confine con la Slovenia. Natale fu un’ancora di salvezza per molti soldati sbandati in fuga, che i nazisti volevano deportare nei campi di concentramento in Germania e i fascisti arruolarli a forza nella repubblica di Salò. Il 7 gennaio 1944 un gruppo di soldati tedeschi entrò negli uffici del comune di Ronchi dei Legionari, prelevò a forza Natale e lo portò via. Natale Marchese morì l’1 marzo 1945 nel campo di concentramento di Mauthausen.

 

Di Pellizzeri si parla anche nel libro “Vite spezzate”, pubblicato dall’Istituto storico della Resistenza di Cuneo in Piemonte. Partigiano della Divisione Fumagalli 1-Brigata Savona, Pellizzeri fu fucilato dai nazifascisti il 20 aprile 1945 a Ponte Bormida di Monceniglio in provincia di Cuneo. Ad Arona e Pellizzeri il consiglio comunale di Troina ha intitolato due vie nel quartiere San Rocco – Scalforio con la delibera n. 4 del 4 marzo 1951.

 

Sopravvissero alla guerra di liberazione gli altri 8 partigiani troinesi: Salvatore Liardo (nato a Troina l’1 aprile 1923 e morto a Troina l’1 dicembre 2003), Angelo Santoro (nato a Troina il 10 gennaio 1924 e morto a Troina il 23 gennaio 2018), Davide Stazzone (nato a Troina l’8 novembre 1919 e deceduto a Sangano il 25 aprile 2010), Antonino Vitale (nato a Troina 25 giugno 1923 e morto l’8 marzo 1958 a Catania ), Silvestro Zitelli (nato a Troina il 4 maggio 1923 e deceduto a Troina l’1 ottobre 2007) e Francesco Zuccarelli (nato a Troina il 5 ottobre 1902 e morto a Torino l’8 marzo 1975). Liardo fu partigiano della 19^ Brigata Garibaldi dal novembre 1943 fino all’aprile del 1945. Santoro militò nella Divisione Renzo Cattaneo, con il nome di battaglia “Santo”, dal giugno 1944 all’aprile 1945. Stazzone stava nella 4^ Brigata Bruno Buozzi con il nome di battaglia “Sander” dal giugno 1944 al giugno 1945. Vitale combatté nelle file della Divisione Renzo Cattaneo da giugno 1944 a giugno 1945 con il nome di battaglia “Bianco”. Zitelli fece parte della 13^ Brigata Matteotti dal giugno all’ottobre 1944 e della 103^ Brigata Amendola dal novembre 1944 a giugno 1945 con il nome di battaglia “Bianco”. Zuccarelli era nella Divisione Garibaldi da maggio a dicembre 1944 con il nome di battaglia “Silvio il Cit”. Erano già sotto le armi di stanza nel nord Italia, molti di loro in Piemonte, quando l’armistizio dell’8 settembre 1943 li pose di fronte ad una scelta drammatica: stare con la Repubblica sociale di Mussolini e continuare a combattere a fianco dei tedeschi o cercare in tutti i modi di tornare a casa. Per Stazzone e Zuccarelli, tornare casa non era difficile: con le loro famiglie erano andate via da Troina per andare a vivere in Piemonte. I motivi per cui emigrarono con le loro famiglie furono diversi perché diverse erano la classi sociali di appartenenza. Il papà di Zuccarelli di mestiere faceva il calzolaio a Troina e teneva bottega nel quartiere Borgo in via Garibaldi. Mantenere una famiglia con quello che si guadagnava facendo il calzolaio, doveva essere molto problematico nel primo ventennio del secolo scorso. Erano quelli gli anni dell’industrializzazione del Nord Italia e Torino, con la Fiat, ne era la guida. Zuccarelli con la famiglia lascia Troina, dove era scommessa quotidiana riuscire a mettere insieme il pranzo con la cena, per andare a cercare migliori condizioni di vita a Torino. Stazzone apparteneva ad una famiglia agiata che abitava in via Conte Ruggero. Il padre di Stazzone era un possidente e la madre era di Cuneo. I genitori di Stazzone non erano regolarmente sposati, convivevano. Oggi, la convivenza è una forma di unione socialmente accettata, ma nella Troina di un secolo fa suscitava riprovazione. La nostalgia della madre per il suo Piemonte e quel clima sociale non molto cordiale che circondava la sua famiglia, spinsero il papà di Davide a trasferirsi con la sua famiglia a Torino. Per gli altri sei troinesi, appartenenti tutti a famiglie contadine povere, raggiungere Troina dal Piemonte era impossibile. Dismesse le divise militari, i giovani soldati troinesi non risposero alla chiamata alle armi della Repubblica sociale di Salò per combattere a fianco dei tedeschi e si aggregarono alle formazioni partigiane. Nel fuoco della guerra di liberazione dal nazifascismo maturano una robusta coscienza politica democratica. Dei partigiani Liardo, Calabrese, Santoro, Vitale e Zitelli, che tornarono a Troina, a guerra di liberazione conclusa, ne ho conosciuti due: Liardo e Santoro. Erano due persone, sobrie e per bene che, pur avendo combattuto per la libertà e la democrazia rischiando la vita, non si atteggiavano a eroi. Eppure questi 25 troinesi, che non sono più tra noi, eroi lo furono per davvero.

 

Silvano Privitera

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