Dopo la notizia del rinvio a giudizio di AcquaEnna a seguito di un presunto inquinamento idrico ed alla violazione della convenzione del 2004 con l’Ati, il Comitato Senzacquaenna si rivolge, attraverso una lettera datata 28 aprile, ai sindaci, all’Ati ed al Libero consorzio affinché si avii una verifica di accertamento su eventuali inadempimenti del gestore idrico tali da giustificare la rescissione del contratto.
Di seguito il comunicato:
“Il Comitato, come tutti, ha appreso dalla stampa che i vertici della società Acquaenna ed alcuni dirigenti della stessa, oltre a due sindaci di un comune per un capo di imputazione specifico, sono stati rinviati a giudizio per fatti relativi a violazione di norme a tutela dell’ambiente, di per sé molto gravi, ma anche per violazione dell’art. 355 del codice penale, ovvero frode nelle pubbliche forniture (Inadempimento di contratti di pubbliche forniture), per aver violato gli obblighi derivanti dalla Convenzione sottoscritta il 19.11.2004 con l’ente pubblico oggi ATI.
Sappiamo perfettamente che si tratta di un processo ancora da celebrarsi e che le responsabilità andranno accertate all’esito di tutti i gradi di giudizio, anche se temiamo un rischio prescrizione, atteso che i fatti, pur contestati in permanenza, risalirebbero al 2017.
Tuttavia, viste le enormi carenze più volte evidenziate circa il rispetto della convenzione, le diverse voci di sindaci che si sono espresse in favore di uno studio sulla fattibilità legale di un recesso da parte degli enti dalla predetta convenzione per inadempimento da parte del gestore, con la presente
INVITIAMO
le SS.LL. a promuovere un’attività di verifica, prerogativa doverosamente delegata all’ATI ex art. 3 dello Statuto (“L’ATI è I’ Ente di governo dell’ambito di Enna per la regolazione del Servizio idrico Integrato e, ai sensi dell’art.3, comma 2, della legge regionale I 1 agosto 2015, n.19, esercita le funzioni già attribuite alle Autorità d’Ambito territoriale ottimale di cui all’art.148 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 e successive modifiche e integrazioni”) che, a prescindere dall’esito del giudizio penale (al quale sarebbe stato opportuno partecipare quali persone offese, costituendosi parte civile, da parte di tutti i Comuni dell’ATI), vada ad accertare eventuali inadempimenti e/o altri che dovessero emergere, al fine di poter instaurare, se del caso, una procedura di rescissione nelle sedi giudizialmente deputate, in danno del gestore.
Pare superfluo ricordare che le potestà dell’ente pubblico, singoli comuni presenti in assemblea e consorzio ATI, discendono direttamente dalla legge e che gli organi indirizzo sono i rappresentanti delle rispettive comunità, colpite da costi sempre più insostenibili e da una gestione che non appare esente da responsabilità circa la precisa attuazione dei doveri decretati in convenzione e nella carta dei servizi.
Per il Comitato il Legale Avv. Gianpiero Cortese”