TROINA. Diventa di giorno in giorno sempre più acuto il disagio che sta vivendo la comunità per i turni troppo lunghi di erogazione dell’acqua. Dalle reazioni della gente, in particolare delle donne che portano il peso maggiore di questa crisi idrica, si capisce che la gente non riesce più a sopportare questa situazione. “Sono troppo arrabbiata, questa mattina. Sono le 10.30 e ancora non ho fatto niente. Ho fatto solo telefonate ai vicini, che sono tutti senz’acqua. È arrivata ieri pomeriggio per un paio d’ora e poi basta. Siamo esauste. Che fare?”, dichiara e si chiede Maria Giuliano, che vive nella zona San Rocco del quartiere Scalforio del centro storico. “Anche mia madre, che vive a Scalforio, stamattina è incavolata”, aggiunge Giuseppa Trovato Salinaro.
Anche sui social il malumore viene manifestato apertamente, superando ritrosia e timidezza. Katia Galati è molto amareggiata e con schiettezza usa queste parole: “Non ce l’ho con nessuno, siamo stanche, abbiamo avuto fino ad oggi una pazienza fuori dal normale. L’acqua alla diga è finita, ammettiamolo. Quando noto che ci hanno abbandonato a noi stessi mi sale una rabbia fuori dal normale. Chiedo scusa, ma mi devo sfogare”. Ci va giù pesante Maria Gaetana Calaciura per descrivere la situazione nella quale si è costretti con poca acqua razionata: “Siamo nella m…!”. Per Giusy Caruso, “se non si trova una soluzione efficace e rapida, più avanti si va, peggio sarà”. Ad esasperare gli animi contribuiscono anche le notizie che parlano di distacco graduale dall’Ancipa dei comuni del nisseno e dell’ennese, che hanno altre fonti di approvvigionamento di acqua. In Cabina di Regia si era deciso che, dal 15 novembre, quella poca acqua ancora rimasta nell’invaso dell’Ancipa sarebbe stata riservata solo per i cinque comuni che non hanno altri fonti da cui prelevare acqua. Apprendere che quella decisione è disattesa suscita un profondo risentimento nei troinesi, uomini e donne. Per i troinesi, la diga Ancipa è qualcosa di più di un invaso artificiale da cui prendere l’acqua per gli usi civili e domestici: è un elemento non trascurabile della loro identità perché ha segnato una svolta nella storia del paese, migliorandola. Crescente insofferenza giunta al livello di guardia per gli effetti devastanti di questa crisi idrica, risentimento per il mancato rispetto della parola data e dei profondi sentimenti identitari legati alla diga Ancipa costituiscono una miscela potenzialmente esplosiva da maneggiare con cautela.
Silvano Privitera