La grave crisi idrica che attanaglia la Sicilia da diversi mesi sembra ancora ben lungi dal potersi dichiarare terminata. Ciononostante, dopo mesi trascorsi a sopportare l’erogazione d’acqua con turnazioni cadenzate ad ogni settimana, i cittadini dei comuni ancipadipendenti stanno timidamente guardando al futuro con rinnovata speranza. Le ultime settimane di Novembre presentavano una scenario desolante ma, se certamente non si può dichiarare che la situazione attuale sia rosea, le precipitazioni cadute da allora hanno restituito un po’ di respiro ad alcune comunità sull’orlo della disperazione.
Ai microfoni di 94018.it si è prestato, per poter condividere ragguagli e informazioni varie con la cittadinanza, l’Assessore Salvatore Leanza, in possesso dei dati e delle misurazioni più recenti effettuate sull’invaso dell’Ancipa.
L’Assessore Leanza ci spiega che la crisi è tutt’altro che rientrata e, seppure le piogge delle ultime settimane ci hanno concesso di diminuire il lasso di tempo tra un’erogazione e l’altra, la prudenza vuole che i prelievi d’acqua dall’invaso siano comunque centellinati. L’ultimo monitoraggio, effettuato il 19 Dicembre 2024, dichiara che la disponibilità attuale sia di circa due milioni e settecentomila metri cubi d’acqua; un numero che potrebbe far sorridere se si pensa che poco meno di un mese fa si era arrivati a disporre a malapena di cinquecentomila metri cubi. Nonostante la quota sia quasi sestuplicata non va dimenticato che la diga Ancipa, a pieno regime, può contenere circa trenta milioni di metri cubi, dato che fa riflettere su quanto sia effettivamente grave la penuria che stiamo soffrendo. Un altro dato interessante è certamente quello riguardante la disponibilità d’acqua quando si cominciò a parlare di crisi idrica, ovvero a Febbraio 2024; consci di un inverno appena conclusosi povero di precipitazioni, le autorità dei comuni ancipadipendenti avvisarono le autorità regionali che i dieci milioni circa di metri cubi d’acqua residui erano già denunciatori di una situazione allarmante. In quel momento il prelievo scellerato d’acqua dall’invaso era di circa 650 litri al secondo che, messi a confronto coi 150 L/s che vengono prelevati attualmente, evincono la gestione irresponsabile perpetrata negligentemente fino alle manifestazioni avvenute tra la fine di Novembre e l’inizio di Dicembre. In quel momento le comunità sofferenti ma reattive dei comuni ancipadipendenti sono balzate agli onori della cronaca locale e nazionale dimostrandosi compatte e disposte a lottare con costanza e perseverazione per vedersi garantito il diritto all’acqua. La battaglia portata avanti non è contro il meteo e certamente non è contro i cittadini delle comunità nissene che hanno accusato il colpo della chiusura dell’acquedotto “Ancipa basso”. La battaglia da portare avanti è quella che potrebbe portare ad una revisione radicale ai piani di gestione idrica nell’intera isola siciliana, incoraggiando le autorità regionali a salvaguardare gli invasi d’altura come quello dell’Ancipa, ad esempio aumentando gli investimenti sui dissalatori di cui potrebbero giovare i comuni rivieraschi. Ciò che sicuramente va evitato è abbandonarsi alla vaga speranza dell’arrivo di precipitazioni abbondanti. L’Assessore Leanza ci informa della volontà, da parte della Cabina di Regia, di aumentare il prelievo d’acqua dall’invaso dell’Ancipa a favore dei comuni nisseni storicamente abituati ad una quota proveniente proprio da lì. Le autorità dei comuni ancipadipendenti si sono immediatamente schierate contro questa proposta, giudicata come nociva e controproducente, dimostrando ancora la volontà d’essere garanti dei patti sanciti due giorni prima dell’occupazione del potabilizzatore. A tal proposito l’Assessore Leanza ribadisce che le nostre comunità si opporranno in ogni sede e con tutte le modalità consentite, ad un prelievo di risorsa idrica sconsiderato e incurante degli interessi dei comuni ancipadipendenti.
Francesco Lanuzza