La siccità come emergenza sociale che riguarda le fasce più deboli. Uscire dalla crisi nella solidarietà. Questo il tema dell’incontro che si è svolto ieri mattina al Seminario vescovile della Diocesi di Nicosia. Organizzatori dell’evento: l’Ufficio Diocesano Problemi Sociali e Lavoro e la Caritas Diocesana, che al termine dell’incontro hanno formulato ben dieci proposte concrete.
Questo momento di confronto è stato fortemente voluto dal Vescovo della Diocesi di Nicosia, Monsignor Giuseppe Schillaci, per manifestare la sua solidarietà ai cittadini dei territori colpiti dalla siccità e allo stesso tempo formulare iniziative concrete e possibili soluzioni.
“La mancanza d’acqua, risorsa fondamentale per la vita e per l’intero ecosistema, non è solo un problema tecnico o ambientale ma un dramma che tocca la dignità umana e la giustizia sociale – ha detto Monsignor Giuseppe Schillaci – Come comunità di fede, siamo chiamati a custodire il creato e a garantire che le risorse naturali siano accessibili a tutti, in particolare ai più poveri e vulnerabili, che sono spesso i primi a soffrire gli effetti della mancanza d’acqua”.
La Diocesi, diventa dunque luogo neutrale nel quale esporre problemi e accogliere il disagio di questi giorni indipendentemente dal colore politico.
Durante l’incontro, gli animatori di comunità del Progetto Policoro della CEI, attraverso la proiezione di immagini storiche, video, articoli di giornale e testimonianze hanno raccontato la storia della costruzione delle dighe del nostro territorio Pozzillo, Nicoletti e Sciaguana, ricordando le vittime del lavoro e i tanti operai morti durante la loro costruzione. Interessante l’intervento del dottor Giuseppe Scorciapino, giornalista, scrittore e autore del libro “Ancipa” che ha raccontato la strage della quarta finestra in cui morirono 13 operai della diga Ancipa. Costruito negli anni tra il 1950 e il 1952 , l’invaso Ancipa della capacità massima di 30 milioni di metri cubi, fu un trampolino di lancio per l’economia locale. I lavori vennero eseguiti dalle imprese Sogene e Lodigiani. Il 6 dicembre 1950 i lavori vennero funestati da una sciagura dovuta ad un’esplosione di grisou nella galleria in costruzione in prossimità della diga con ben 13 vittime alcune delle quali perite nel generoso tentativo di estrarre i compagni svenuti all’interno. Il dottor Scorciapino ha aperto una riflessione sull’importanza storica, sociale ed economica della diga Ancipa, che ha cambiato completamente il volto del nostro territorio trasformando gradualmente i cittadini da contadini a operai ed artigiani.
Spazio poi all’ascolto. Il Vescovo ha dato la parola ai giovani, ai rappresentanti delle varie associazioni, ai sindaci e alle istituzioni. Erano presenti infatti il sindaco di Troina Alfio Giachino e l’assessore Leanza, il sindaco di Cerami Silvestro Chiovetta, il sindaco di Assoro Antonino Licciardo, Il vicesindaco Annamaria Gemmellaro e il presidente del consiglio di Nicosia, Sigismondo Livolsi, gli assessori Giuseppe La Ferrera e Agata Brazzaventre di Gagliano e l’onorevole Sebastiano Fabio Venezia. Hanno fatto sentire la loro voce le delegazioni di Coldiretti, CISL, Confcommercio, Confcooperative, CNA, AGESCI, Azione Cattolica, Forum delle famiglie, Movimento dei Territori, Forum aree interne, Comitato Sicilia Senz’Acqua, Comitato Cittadini Ennese, Consulta Aggregazioni Laicali, Legambiente, Comitato insieme per il bene comune, Comitato Nicosia di Sicilia.
Al termine della giornata sono state lette le dieci proposte concrete e le possibili soluzioni per uscire dalla crisi. Il Vescovo di Nicosia, monsignor Giuseppe Schillaci, nel ringraziare tutti i partecipanti ed in particolare i sindaci e l’onorevole Fabio Venezia per la qualità degli interventi, ha ribadito la volontà della Diocesi di continuare ad essere al fianco della popolazione per affrontare in maniera unitaria tutte le gravi emergenze del nostro territorio, non solo quella idrica. “È necessario sanare tutte le fratture sociali che rischiano di colpire i più fragili, gli anziani coloro, che non hanno voce. Oltre all’emergenza idrica, mi piacerebbe affrontare con tutte le istituzioni e gli uffici pastorali della diocesi, l’emergenza sanitaria che affligge il nostro territorio – ribadisce Monsignor Schillaci – I nostri ospedali sempre più abbandonati, le lunghe liste d’attesa che obbligano i cittadini più fragili a ricorrere alla sanità privata con costi esorbitanti. Il nostro territorio non può essere abbandonato dalla politica regionale e nazionale”.
Il Direttore dell’Ufficio Problemi Sociali e Lavoro, l’avvocato Sandro Mauro, ha ringraziato i giovani, i cittadini che hanno animato i comitati spontanei, i sindaci per il faticoso lavoro di trovare alternative e difendere i diritti del nostro territorio. In conclusione ha presentato dieci proposte su cui tutte le diciotto diocesi della Sicilia hanno lavorato in questi mesi, fra cui la proposta di raccogliere 10.000 firme per presentare un disegno di legge di iniziativa popolare, che ponga fine all’attuale gestione fallimentare dell’acqua in Sicilia e la creazione di una tariffa unica regionale, per contrastare il caro bollette, insostenibile per famiglie e lavoratori. “Non è possibile che un pensionato troinese paghi l’acqua più di un calciatore milanese miliardario – conclude l’avvocato Mauro – È una vergogna che deve finire! A questa iniziativa stanno lavorando anche le altre diocesi per fare sentire la voce dei cittadini più deboli”.
Tutte le proposte avanzate saranno sintetizzate in una lettera aperta che il Vescovo stesso avrà cura di inviare al Prefetto, al Presidente della Regione, al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Presidente della Repubblica.
Silvana Trovato Picardi