La pioggia non basta, le riduzioni continuano e la Diga è sempre più secca: intervista all’assessore Leanza

L’emergenza siccità avanza severa e mette in ginocchio l’intera Regione. La Sicilia, ai tempi dell’Impero Romano considerata “Il granaio di Roma”, oggi ha subito delle forti battute d’arresto che vedono un calo della produzione del grano in picchiata del 70% e non fanno ben sperare per l’imminente produzione dell’olio di oliva. Il drastico calo della produzione agricola è un problema che va immediatamente affrontato per evitare le disastrose ricadute che questo comporterebbe dal punto di vista economico: aumento dell’inflazione e delle importazioni. A diminuire drasticamente in Sicilia sono state anche le precipitazioni atmosferiche, registrando un 60% in meno di pioggia che ha determinato la secca nei nostri invasi e l’aridità nei nostri terreni.

L’unica cosa che, invece, continua ad aumentare nella nostra regione è la temperatura: a dircelo è il Sias (servizio meteorologico siciliano) che ha registrato a giugno temperature ben superiori alla media, con punte che superavano i 40 gradi.

Qual è la differenza tra l’oro e l’acqua? Se vivi in provincia di Enna, sfortunatamente, nessuna.

Sorgenti praticamente inesistenti, tariffe idriche alle stelle, una Diga Ancipa sempre più arida e comuni impegnati nella ricerca di nuove fonti idriche nel tentativo di tendere all’indipendenza dagli invasi che, ricordiamo, sono progressivamente sempre più vuoti.

La somma di questi elementi delinea il vero quadro drammatico dell’attuale crisi idrica in corso che sta soffocando l’entroterra siciliano.

Crisi idrica che non molla la presa a Troina, dove da sabato 14 settembre l’erogazione dell’oro blu verrà effettuata ogni 7 giorni e il sindaco Alfio Giachino si è impegnato, dandone notizie sui propri canali social, a convocare un’assemblea pubblica preposta a comunicare alla cittadinanza le misure che la sua amministrazione intende portare avanti.

Adesso puntiamo la lente d’ingrandimento sulla Diga Ancipa ponendo alcune domande all’assessore Salvatore Leanza, che tra le sue deleghe annovera anche la gestione delle risorse idriche.

 

Assessore, anzitutto la domanda che tutti ci poniamo: quanta acqua contiene attualmente la Diga Ancipa?

 

Nonostante l’invaso è autorizzato ad invasare 30,410 la dinamica della capacità di invasamento storicamente tocca il suo minimo nel periodo novembre/dicembre di ogni anno per risalire e toccare il suo apice nei periodi tra Febbraio e Aprile dell’anno successivo, nei periodi di eccezionale piovosità l’apice si mantiene anche fino a Giugno. Per esempio nel periodo 2022-2023 L’apice di circa 24.Milioni di Mc si è raggiunto proprio a Giugno. Ad Ottobre 2023, l’invaso conteneva circa 16 milioni di metri cubi d’acqua. Attualmente, dato al 25 agosto 2024, nonché ultimo dato ufficiale disponibile, la disponibilità era di 2,534 milioni di metri cubi. Essendo 2 mln il cosiddetto “volume morto”, ossia lo spazio vitale per la fauna ittica, la riserva disponibile al 25 agosto era di 533 mila metri cubi d’acqua (dato ufficiale presidenza della regione).

Ad oggi siamo quindi intorno al 2% della capacità d’invaso prelevabile.

 

Data la quanto mai esigua disponibilità d’acqua alla Diga, cosa dobbiamo aspettarci nel prossimo futuro?

Questi sono dati diramati in occasione della cabina di regia dall’ing. Massimo Burlano, massimo dirigente di Siciliacque, il quale ha inquadrato la dinamica di ciò che sta avvenendo in questo 2024 rispetto ai dati statistici passati facenti riferimento a circa 5 anni precedenti. In questo momento sono programmate due riduzioni di prelievo dall’Ancipa: la prima era prevista a decorrere dall’1 settembre ed è stata posticipata al 14 Settembre su sollecitazione dei sindaci, la seconda, prevista anch’essa dall’1 ottobre, è stata a sua volta posticipata al 15 ottobre. Le riduzioni avranno un effetto pieno su quei comuni della Provincia di Enna che sono totalmente dipendenti dal sistema Ancipa (Troina, Cerami, Nicosia, Sperlinga, Gagliano, Calascibetta). Se è vero che Troina ha delle sorgenti proprie, sorgenti che ci consentono di ridurre la nostra dipendenza dall’Ancipa, ad oggi queste sorgenti danno un contributo esiguo nell’ordine di 1/1,5 Lt/sec. al fabbisogno del comune di Troina e dei troinesi. Voglio ricordare nell’occasione, che il contributo massimo di queste sorgenti raggiunge anche i circa 18 Lt/Secondo e che vengono conferiti totalmente nei  serbatoi del Comune di Troina e distribuiti all’utenza della nostra Città, quindi non vengono conferiti alla rete provinciale gestita da Acquaenna. Quindi in questo momento, Troina, è totalmente dipendente dal sistema Ancipa e qualsiasi riduzione di prelievo dall’invaso ha una ricaduta immediata sui nostri cittadini e sui cittadini dei comuni dipendenti dall’Ancipa.

 

Con quali argomenti i sindaci hanno richiesto di posticipare la riduzione dei prelievi dall’Ancipa di ben due settimane?

 

La motivazione è data dal fatto che in questi ultimi mesi il gestore Acquaenna ha realizzato i cosiddetti “pozzi gemelli”, che hanno come obiettivo quello prelevare acqua dalle falde di profondità già storicamente individuate di addurla alla rete e di distaccare i comuni in cui insistono i pozzi, dal sistema Ancipa per ridurre quanto più possibile il prelievo di risorsa idrica dall’invaso.

 

A proposito di pozzi: come procede la ricerca di nuove fonti idriche a Troina?

A Troina abbiamo individuato un pozzo sito in zona Arcirù, stiamo facendo le valutazioni di portata. C’è da dire che il territorio di Troina è caratterizzato da strati di argilla a profondità relativamente piccole, quindi possiamo disporre di acque superficiali.

 

Continuerete la ricerca di nuovi pozzi?

Sicuramente continueremo, ma la storia geologica del nostro territorio non ci fa ben sperare. Certamente lo dobbiamo alla nostra comunità e superata questa fase di crisi non mancherà il nostro impegno su più livelli per scongiurare situazioni di crisi severe come quella odierna.

 

In molti sono rassicurati dal ritorno delle piogge, ma quelle degli ultimi giorni quanto ci hanno aiutato?

È notizia di poco fa che le piogge di settembre hanno consentito di aumentare l’apporto idrico alla diga di 35 mila metri cubi d’acqua: cioè il consumo di un giorno. Per ritornare a livelli di normalità dovrebbero esserci piogge significative da qui a tutto dicembre.

 

Come giudica la gestione del servizio idrico?

 

C’è una scarsa capacità di gestione: il caso Ancipa era noto che fosse carente in termini di precipitazioni già nel 2023. Questo dato era conosciuto dai gestori degli enti preposti già a Dicembre 2023 anno e avrebbe potuto costituire l’informazione necessaria e sufficiente per poter procedere a una riduzione dei prelievi dalla diga Ancipa già dal mese di Gennaio. Con l’occasione ci tengo a ricordare che l’invaso è di proprietà dell’Enel, che consegna l’acqua a Siciliacque. Bisogna altresì sconfessare una fake news, ossia che parti di acqua vengano destinate alle centrali idroelettriche. Queste vengono alimentate solo ed esclusivamente allorquando l’acqua raggiunge livelli di capienza elevati, dunque non è questo il caso.

 

La crisi che stiamo vivendo è connessa ai cambiamenti climatici, così come la carenza di foraggio per le aziende agricole: ci vuole una vera e propria inversione di tendenza, perché seguendo gli studi di Unict entro il 2030 un terzo dell’Isola diventerà un deserto.

Il nostro invaso dovrebbe essere inserito in un contesto complessivo per fronteggiare la crisi idrica, problema che caratterizzerà gli anni a venire.

 

Mai come adesso stiamo toccando con mano gli effetti dei cambiamenti climatici, nella torrida estate di questo 2024, e i nostri governanti devono prendere di petto la questione prima che sia troppo tardi. Una soluzione potrebbe essere quella di riattivare i dissalatori nelle zone rivierasche a beneficio anche dell’immediato entroterra. Riattivando questi dissalatori, magari realizzandone degli altri, per far sì che gli invasi in altura siano utilizzati solo ed esclusivamente per i territori dell’entroterra.

I dissalatori sono costituiti da tecnologie energivore e magari quelli attualmente nella disponibilità della regione fanno riferimento a tecnologie più obsolete.

 

Alfio Calabrese 

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