TROINA. Al Centro Polivalente “Peppino Impastato” si è svolto il primo dei cinque incontri che l’associazione Agorà organizza per diffondere la cultura d’impresa. I soci di Agorà, che sono tutti giovani, spiegano così le finalità della loro iniziativa: “E’ l’occasione per stimolare un pensiero critico e consapevole circa le effettive possibilità di svolgere attività di impresa su questo territorio, dove il tessuto imprenditoriale ha patito rilevanti avversità”. Al primo incontro sono intervenuti Silvestro Livolsi, docente di lettere e cultore di storia locale, e Silvano Privitera, sociologo e coordinatore del Forum Aree Interne, per parlare dell’evoluzione del tessuto socio economico di Troina dal dopoguerra ad oggi. L’incontro è stato coordinato da Antonio Amata e Valerio Testa, entrambi soci di Agorà. Nell’immediato secondo dopoguerra, Troina era ancora un paese che viveva prevalentemente di agricoltura e di artigianato a servizio delle attività agricole con una struttura sociale stratificata in classi sociali dominata dai grandi proprietari terrieri. La costruzione della diga Ancipa negli anni 1949-1952 e la nascita nel 1953 dell’Oasi Maria SS hanno avviato la trasformazione di Troina da società agricola a società a società ad economia dei servizi, senza aver attraversato la fase intermedia dell’industrializzazione. Nel corso dei decenni successivi agli anni ’50, sono migliorate le condizioni socio economiche degli abitanti, che intanto diminuivano di anno in anno per effetto dell’emigrazione e per il calo delle nascite. Dai 14 mila abitanti del 1951, la popolazione è scesa agli 8444 abitanti di oggi. In 75 anni, Troina ha perso 5556 abitanti. E’ cambiata la struttura demografica della popolazione. La componente anziana è cresciuta di molto. Nel 1951, gli anziani con più di 65 anni erano il 6,7 per cento dell’intera popolazione. Nel 2025, gli ultrasessantacinquenni sono il 27 per cento della popolazione. Sono scomparse le attività artigianali di produzione di manufatti (abbigliamento, arredamenti). Alcuni artigiani, che prima producevano scarpe, mobili ed altri beni d’uso, si sono trasformanti in commercianti degli stessi manufatti prodotti dalla grande industria. Sopravvivono i muratori, trasformatisi in piccoli imprenditori edili, grazie all’espansione edilizia degli anni 70 e 80 del secolo scorso che ha creato un patrimonio edilizio abitativo che oggi può accogliere 20 mila abitanti. Tanti altri artigiani hanno chiuso le loro botteghe per andare a lavorare all’Oasi Maria SS. E’ cambiata la stratificazione sociale. Non c’è più quella rigida divisione in classi di una volta. C’è stata una sorta di semplificazione della struttura sociale con la presenza di un vasto cento medio, che vive di stipendi della pubblica amministrazione e dell’Oasi Maria SS e di pensioni. I confini di classe sono permeabili. Ma non c’è stato uno sviluppo economico autopropulsivo, come sta a dimostrare la persistenza dell’emigrazione, che è diversa da quella dei decenni precedenti, quando emigravano lavoratori con basso livello di istruzione che mandavano alla moglie e ai figli piccoli rimasti in paese una parte consistente del salario guadagnato. Era un’emigrazione a termine, non definitiva. Si stima che l’80 per cento delle rimesse degli emigrati fu investito nella costruzione di una nuova case più grandi e più comode di quelle che già avevano. Da alcuni anni, ad emigrare sono giovani con alti livelli di istruzione, che difficilmente ritorneranno in paese, che così si impoverisce di risorse umane necessarie per lo sviluppo. Si sono modernizzati gli stili di vita e i modelli culturali. C’è stata una modernizzazione senza sviluppo. La conversazione sull’evoluzione del tessuto socio-economica di Troina dal secondo dopoguerra ad oggi, è stata la prima parte dell’incontro organizzato da Agorà. Nella seconda parte dell’incontro, dal centro Peppino Impastato, gli intervenuti si sono recati nella sede di Agorà dove si è svolta una cerimonia di inaugurazione. La sede è nei locali del circolo “Società democratica”, in piazza Giacomo Matteotti, a pochi passi dal Centro Polivalente “Peppino Impastato”.