Pur essendo un appuntamento elettorale che infiamma poco gli animi dei cittadini, la composizione del Parlamento Europeo è determinante nella formazione della Commissione Europea, che altro non è che il governo dell’Unione.
Le elezioni, che sottoporranno al voto i partiti nazionali, vedono concorrere numerose famiglie politiche europee, all’interno delle quali i partiti di ogni Stato si collocano.
Sino ad oggi le maggioranze parlamentari europee sono state caratterizzate dalle “larghe intese”, che hanno coinvolto il Partito dell’Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l’Europa, il Partito Socialista Europeo e il Partito Popolare Europeo. Altri gruppi politici ne sono rimasti esclusi: il Partito Verde Europeo, il Partito dei Conservatori e Riformisti Europei, Identità e Democrazia e il Partito della Sinistra Europea.
Per la prima volta da quando si vota per rinnovare il Parlamento Europeo, si vocifera della possibilità di escludere il PSE dalla maggioranza a favore del partito di estrema destra ECR. Questa possibilità, tanto lontana dalla quotidianità degli elettori, potrebbe aprire una nuova e forse buia pagina per tutta l’Unione, con conseguenze visibili in ogni provincia dell’impero.
È importante, infine, ricordare che le elezioni per il Parlamento Europeo prevedono tre preferenze: è possibile dunque sbarrare il simbolo del partito che si desidera votare e aggiungere i cognomi di tre candidati a scelta, nel rispetto della minoranza di genere: è infatti obbligatorio esprimere, nel caso di più preferenze, una preferenza del sesso opposto rispetto a quelle già espresse.
Lorenzo Caputo